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Il Milan torna dagli Stati Uniti con tre sconfitte e un solo pareggio, una media di due gol subiti a partita, tanti dubbi, poche certezze e fra queste ultime c'è sicuramente la sensazione che questa squadra non potrà essere competitiva così com'è ora. Ovviamente adesso ci verrà detto che si trattava solo di amichevoli (ma se non contano perchè disputarle?), che la squadra era affaticata per aver dovuto giocare tre partite in sei giorni (ma quando hanno organizzato questa tournèe non se n'erano accorti?), che molti giocatori non sono ancora in condizione (vero ma ciò vale anche per gli avversari incontrati, soprattutto Chelsea e Inter, mentre le squadre americane sono nel pieno della stagione) e via discorrendo per cercare di nascondere o coprire i difetti di questa squadra, che ha perso uno dei giocatori più forti del mondo senza rimpiazzarlo nemmeno numericamente. Il grido di dolore non viene solo dai tifosi (spesso definiti irriconoscenti o addirittura "poco evoluti") ma dallo stesso allenatore Leonardo e da alcuni giocatori molto rappresentativi: Leo sarà pure ex dirigente e aziendalista ma non ha potuto fare a meno di far notare pubblicamente che questa squadra ha bisogno di rinforzi, almeno uno in difesa e uno in attacco, se proprio non può arrivare altro; lo stesso hanno fatto capitan Ambrosini e Gattuso, invitando la società a rinforzare la squadra e, quindi, a spendere, perchè una società come il Milan non si può ridurre ad aspettare i saldi di fine stagione. Nè il confronto con un vecchio amico (Ancelotti) nè la sfida contro gli eterni rivali (l'Inter) sono riusciti a risvegliare l'orgoglio dei giocatori al punto da ottenere un risultato positivo, quindi vuol proprio dire che in questo momento il Milan è inferiore agli avversari con i quali dovrebbe competere per i massimi traguardi; la partita contro il Chelsea è stata sicuramente la migliore fra quelle disputate dai rossoneri negli USA e forse è servito da stimolo trovarsi davanti da avversario il condottiero di tante vittorie e innumerevoli momenti belli vissuti insieme; non a caso l'unico gol del Milan è stato realizzato da Seedorf, il "cocco" di Ancelotti che evidentemente voleva dimostrare di poter essere ancora utile a questa squadra e di poter conquistarsi una maglia da titolare anche se il suo "protettore" non c'è più. Contro l'Inter, però, si è visto un Milan brutto, poco incisivo e inoffensivo e non so se possa bastare come giustificazione quella della stanchezza; si trattava solo di un amichevole, ma un derby è un derby e perderlo non fa mai piacere, soprattutto se bisogna ammettere che attualmente la squadra rossonera è inferiore e non a caso la sconfitta è arrivata per mano (anzi per piede) di Milito, perchè i grandi giocatori si possono anche vendere (Ibrahimovic), a patto di sostituirli adeguatamente addirittura prima della cessione, mentre i tifosi rossoneri sono ancora in attesa di scoprire finalmente il nome del centravanti che il Milan sta inseguendo ormai da quasi due mesi senza riuscire ad acquistarlo.
Come è già stato fatto notare spesso, attualmente la società rossonera non segue un progetto preciso, se non quello di guadagnare il più possibile e non spendere: prendiamo ad esempio anche questa tournèe americana; mentre alcune squadre sfruttano l'estate per allenarsi con impegno e mettere preziosa "benzina nelle gambe" rimanendo in Italia (Juventus) o spostando la sede del ritiro altrove (Inter), il Milan ha scelto la soluzione "via di mezzo": un po' di allenamenti a Milanello e poi via in giro per l'America, giocando quattro partite in quattro sedi diverse in pochissimi giorni, essendo, quindi, costretto a giocare molto, viaggiare spesso e allenarsi pochissimo, con evidenti ripercussioni sul livello della preparazione e sul resto della stagione; immagino che queste amichevoli siano state molto remunerative sul piano economico, ma lo stesso non si può dire sul piano tecnico, perchè Leonardo avrebbe avuto bisogno di lavorare molto dal punto di vista tattico negli allenamenti, visto che vuole cambiare il gioco della squadra, ma non ha avuto la possibilità di farlo, piegandosi ancora una volta alle esigenze di marketing della società. Ma poi vale davvero la pena di andar in giro per il mondo a raccogliere solo sconfitte? Si dice spesso che "vincere aiuta a vincere" e ho paura che "perdere aiuti a perdere": anche nella scorsa stagione il Milan fece una pessima figura nelle amichevoli estive, si disse che si trattava solo di partite in cui il risultato non contava, ma poi, guarda caso, anche le sfide ufficiali confermarono che la squadra non era competitiva; ora non solo quella squadra non è stata rinforzata, ma è stata addirittura indebolita e qualcuno vuole farci credere che nonostante tutto il Milan può lottare per vincere scudetto o Champions League e che il suo organico non è inferiore a quello di nessun altra squadra. Forse, però, i già campioni d'Italia hanno acquistato Lucio, Thiago Motta, Eto'o, Milito e Hleb, ovvero hanno fatto il mercato che avrebbe dovuto fare il Milan, pur vendendo Ibrahimovic, mentre chi è arrivato terzo a dieci punti di distacco ha venduto il giocatore più forte e acquistato un difensore statunitense a costo zero, più Thiago Silva preso già a gennaio e infoltito la rosa con qualche rientro da prestiti e comproprietà e qualche giovane; un po' poco per la società più titolata del mondo che non può e non deve vivere solo di ricordi, altrimenti le sconfitte contro Chelsea e Inter in amichevole saranno presto replicate nelle sfide ufficiali e allora sì che non ci saranno più scuse banali con le quali coprire i limiti di questa squadra, evidenti a tutti meno che a chi dovrebbe intervenire per eliminarli. C'è ancora tempo per intervenire e invertire la rotta a patto di volerlo veramente; così non va, carissimi Galliani e Berlusconi e se avete ancora un po' di orgoglio dei vecchi gloriosi tempi in cui il Milan dominava in campo e sul mercato, usatelo per costruire un Milan degno della sua fama e della sua recente gloria!
Fonte: milannews.it
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