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Il pirata si sentiva solo,ma non lo è mai stato. Nella sua terra,che è anche la mia,tutti lo amavano,a prescindere dalle questioni di doping o non doping.Sono state dette tante cattiverie,troppe per una persona fragile come lui.Si è lasciato morire in una stanza di albergo,lontano da tutti, e per questo tutti quelli che ne hanno infangato il nome dovrebbero provare un pò di vergogna.Un campione, ma soprattutto un uomo che ha fatto quello che ha fatto lui, dovrebbe avere il rispetto incondizionato di tutti,rispetto che in molti hanno mancato di dargli. Il pirata era un'icona, è stato colui che ha fatto tornare la passione per uno sport che stava cadendo nel'anonimato. Questa scomparsa deve fare riflettere tutti perchè, indipendentemente da cosa sia stata causata, non doveva esserci e non doveva avvenire in questo modo. Un campione non può morire così, quasi in un anonimo esilio. Non è scomparso un uomo, è scomparsa una parte della sua terra, è scomparsa una parte di ciclismo e forse è scomparsa anche quella passione che lui era riuscito a far resuscitare e forse con lui scomparirà.Addio pirata, sappi che non sei mai stato solo, eri dentro tutti noi
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