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So che il giro si è concluso oggi, ma voglio raccontare lo stesso la cronaca di una tappa; la mia prima volta che vedevo dal vivo il giro, delle emozioni che ho provato e che ho piacere a condividere.
Iniziando dalla mattina, arrivo alle 8 ai piedi del Vesuvio, inizio la scalata a piedi, scusate il gioco di parole, dei circa 9 km che mi separano dal traguardo, impiego circa due ore e mezza, ma pur sentendo tanta fatica, questa veniva alleviata dal bellissimo panorama che si può godere dal Vesuvio.
Spesso si vede napoli con il Vesuvio sullo sfondo, qui è ribaltata la prospettiva, si vede Napoli e provincia dal vulcano con le isole sullo sfondo.
Finalmente ecco l''''''''arrivo
a far passare le fatiche della salita ci pensano loro...
Ed ecco la mia favorita, visto che si è concessa molto gentilmente anche a fare una foto, Barbara Pedrotti
Poi inizia la corsa, e all''arrivo ci aggiornano continuamente dell''evolversi della situazione, si avvicina la fine della tappa, tutti aspettavamo con trepidazione l''arrivo dei ciclisti, anche se li potevamo vedere per pochi secondi.
Le sensazioni che si vivono sono molto diverse da quelle del caclio, se la tua squadra non va bene inizi a fischiare, ma qui è diverso non puoi non incitare tutti, gridargli "bravo", lo si fa indistintamente dalla nazionalità e dalla squadra.
Ed è questo il bello del ciclismo, chi ha scalato quella salita ed è arrivata a fatica al traguardo, sa cosa hanno provato i corridori, non poteva non ringraziarli delle emozioni che ci hanno regalato.
Qui è il gruppo dei velocisti che arriva con circa 20 minuti di ritardo, arrivati loro stavamo iniziando a scendere noi, quando poco dopo stava salendo anche l''ultimo corridore, qui mi è venuta la pelle d''oca, tutti e sottolineo tutti lo incitavamo a finre la sua corsa e lui a rilanciare sui pedali.Bellissimo, dopo continuando a scendere immaginavo se un avversario che gioca contro la mia squadra del cuore, nel calcio, fosse in difficoltà come tutto lo stadio era pronto a ridergli addosso. Questo invece nel ciclismo non avvine, si applaude tutti indistintamente, li non ci sono colori o nazionalità che reggono.
Ed è grazie a questo sport che ho avuto la possibilità di conoscere, anche se per poco, altre persone, in particolare un americano giunto da Washington per tifare Armstrong.
L''americano è quello al centro della foto, lo si nota dall''altezza , io durante la corsa cercava di fare la traduzione di ciò che ci diceva radio corsa, ma il bello è che seppur lui tifava un altro, io ero contetissimo di aiutarlo. Cose che nel calcio, il mio sport preferito, non so se potrò mai viviere.
Ho vissuto un esperienza unica, spero di poterne vivere di altre simili, ma sopratutto spero che il mio calcio un giorno possa farmi vivere le stesse emozioni.
Modificato da the power il 01/06/2009 00:01:53
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