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Lo sapevate?
Il mondo economico, si sa, trasforma tutto in merce. Ed è di questi giorni l’approvazione in Senato di un provvedimento che dal 2010 renderà possibile la gestione idrica nazionale a privati. In sostanza il testo dell’emendamento non sostituisce la proprietà del bene, che resta statale, ma svincola lo Stato dalla gestione cedendola ai privati e rendendo così l’acqua mera merce fra le merci. Dopo l’approvazione alla Camera si darà il via alle gare d’appalto per la gestione dell’acqua. I Comuni manterranno una partecipazione che non potrà scendere sotto il 30%, ma tutto il grosso sarà esternalizzato ai privati. Si tenta di riformare un sistema che fa acqua da tutte le parti.
Si stima infatti che l’Italia sprechi 5 miliardi di euro l’anno a causa delle carenze infrastrutturali della rete idrica. La perdita equivale al 40% contro il 15 della Germania e il 10% della Gran Bretagna.
La classe politica sostiene che il provvedimento è solo un adeguamento della legge italiana all’ordinamento comunitario. Per i movimenti contro i diritti negati l’acqua fa gola alle grandi multinazionali e ci sarà un vertiginoso aumento delle bollette per effetto degli imprenditori che dovranno fare cassa. Mancano da molti anni investimenti nel settore e servono 62 miliardi di euro per risanare l’intera rete idrica. Meglio dare la gestione ai privati che investire? In pochi giorni 30.000 firme sono state raccolte dal Forum italiano Movimenti per l’Acqua e consegnate al Vice Presidente della Camera Rosi Bindi con l’impegno di far presente questo dissenso al proprio gruppo parlamentare che comunque è favorevole a questa privatizzazione. È un vero esproprio comunale, l’intero patrimonio idrico messo sul mercato, che vanifica le vittorie delle generazioni precedenti.
L’acqua di tutti è il simbolo del principio democratico, del sistema democrazia nella sua totalità.
Come fa notare il segretario nazionale Comitato Contratto Mondiale Acqua Rosario Lembo che senso ha votare un governatore se poi lo stesso non potrà garantire la gestione delle risorse presenti sul territorio? Si rischia di fare la fine dell’Inghilterra che vota democraticamente Gordon Brown, ma non può democraticamente determinare la tariffa dell’acqua perché il pacchetto è in mano ad una banca australiana!! Basta un po’ d’acqua a mettere in crisi i principi di democrazia rappresentativa e non è un’esagerazione. Domenico D’Alessio, sindaco di Aprilia, dove è stato fatto un infelice esperimento, denuncia fenomeni di privazione dell’acqua verso cittadini che hanno deciso di pagare il comune e non più Acqua Latina, il gestore della risorsa idrica una società mista pubblica.
Quelli di Acqua Latina s’introducono nei condomini e sulle condutture principali per far sì che ad Aprilia chi non paga Acqua Latina non abbia acqua che sgorga dai propri rubinetti.
Si mettono le mani sull’acqua, nel più assordante silenzio che si sia mai ascoltato.
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