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Radio Fantaservice Classic
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Radio Fantaservice Classic

Autore: uribe -
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modena

Qui si batte la fiacca. Allora metto qualcosa io, in tema natalizio, a mio parere la milgior canzaone di natale di sempre (lo so, la sanno anche i muri, ma è sempre bella).

Autore: maline -
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Fanta.Soccer
Staff Fanta.Soccer

Citato da Fantamik, regaliamoci uno dei suoi successi piu’ poetici. Sul sedile posteriore di un taxi, barba di tre giorni e voglia di fuga, chiese al tassista di dirigersi in fretta a Time Square, l’autista non lo fece scendere fino a che non gli fu pagata la corsa. Subito Tom si diede da fare per cercare un lavoro, ma data la giovane età trovò solo un posto da sindacalista al reparto maternità, da cui venne però licenziato dopo pochi giorni. Da allora rimase parecchio disilluso sul sindacato. Ha ricordi nitidi della sua infanzia: la musica messicana ascoltata dal padre Frank e il giorno in cui capì che avrebbe suonato nella vita: ancora bambino tornava dal turno in fabbrica, erano i giorni di Natale, e nella vetrina di un banco dei pegni vide un sassofono luccicante. Tornò a casa di corsa e chiese alla madre quello strumento in regalo. La madre tornò con lui al banco dei pegni. La luna era alta nel cielo. La signora Waits prese un mattone, sfondò la vetrina e regalò al piccolo Tom quel sax. Il resto è storia. Alan Thomas Waits nacque il 7 dicembre del 1949. Tom Waits è uno di quelli che non si possono immaginare bambini. Per questo è normale credere alla storia della barba di tre giorni e a tutto il resto. E’ sempre stato vecchio. Senza invecchiare mai. La leggenda vuole che una sera, ubriaco, si mettesse al piano a fine serata e incantasse i pochi superstiti ancora seduti nel bar facendoli piangere e ridere insieme per ore. Due anni dopo, il suo primo disco racconterà proprio il pubblico di quella sera, e lui diventerà l’uomo solitario che in un monologo silenzioso fatto al tavolino di un locale pieno di fumo, immagina di parlare a una donna bellissima seduta a un altro tavolo: “Spero di non innamorarmi di te, perché innamorarmi mi rende triste”, canterà chiedendosi se alzarsi per conoscere quella ragazza. La voce cambia album dopo album, ed è come se man mano scavasse sempre più in profondo, a cercare quello che i suoi personaggi, e quindi lui, attendono veramente. Le cose desiderate arrivano quando uno le attende, come canta in “San Diego Serenade”: “Mai visto il mattino prima di avere vegliato tutta la notte, mai visto l’alba prima di aver spento la luce, mai visto casa mia prima di una lunga lontananza, mai sentito la melodia prima di aver bisogno di una canzone”. Logorroica lo so… ma per questo brano a mio parere, ne vale la pena....

Modificato da maline il 30/12/2009 00:14:15

Autore: bappo -
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Lamezia Terme

...ed è ora arrivato il momento di menzionare e assaporare l'Arte Italiana!!! Notoriamente la scena italiana per quanto riguarda il Progressive è una perla di rara bellezza e compattezza nello svariato mondo musicale. Mentre la quasi totalità degli "artisti" italiani di successo, negli anni 60 e 70, si limitavano a tradurre i testi delle hits inglesi e amercane, una folta schiera di Musicisti prendevano spunto dalla scena Inglese del Progressive per creare uno stile proprio, innovativo, amato e considerato in ogni parte del mondo punto di massima espressione musicale!!! Uno dei maggiori esponenti di questa ormai perduta tradizione Musicale Italiana, è il gruppo Museo Rosenbach Come la maggior parte delle band appena nate, all'inizio della loro carriera si riunivano per coverizzare i capolavori del Prog Inglese... Poi un' etichetta discografica (Ricordi), che al tempo era molto addentro il mondo Progressive li mise sotto contratto e produsse nel 1973 l'incommensurabile "Zarathustra" che come si evince dal titolo è un concept album sulla dottrina filosofica di Friedrich Nietzsche. Nonostante questo album sia considerato uno dei capolavori del genere, quando uscì fu un fiasco tremendo per colpa della RAI che fece di tutto per boicottarlo a causa dei riferimenti al filosofo tedesco (associato alla destra estrema) e alla copertina dell'album che, in un collage di immagini che formano un volto umano, raffigura anche Mussolini... Io mi fermo alla pura musica che questi geni ci hanno lasciato e spero che anche a voi possa dare le stesse emozioni che dà a me:

Modificato da baphomet il 03/01/2010 11:39:16

Autore: deduz -
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Noto con dispiacere che anche qui su Fs siamo esterofili! E quindi perchè non buttarsi su gruppi Italiani di qualche anno fa (come Bapho solo ha fatto)? Celebro i (poco?) famosi Giganti, con un singolo molto bello che spiega il rapporto tra uomo e donna (sentimentalmente parlando). La canzone forse l'avrete sentita perchè compare nel film "Chiedimi se sono felice" di Aldo Giovanni e Giacomo. Ecco a voi, "Una ragazza in due"

Modificato da deduz il 03/01/2010 19:35:55

Autore: The Situation -
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Bologna Regina, il resto S'inchina

C'è Proprio tanta bella roba qua! Dai mitici Linard Skinard passando poi per i grandi Modena City Ramblers... Dopo il riff ormai celeberrimo di free bird posto probabilmente il più grande chitarrista mai esistito, l'immortale Jimi Hendrix!

Autore: Fantamik -
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Firenze

Ieri sera ho visto in DVD Walk The Line, film che racconta la vita di uno degli artisti più importanti della storia della musica: Johnny Cash, detto The man in Black. per la sua abitudine di vestire sempre nero. Nel film è ben raccontata la genesi di una delle sue canzoni più belle, "Ring of Fire", che, ironia della sorte non fu scritta da lui. Andiamo con ordine, nel corso di una tournee con Jerry Lee Lewis ed altri artisti, durante un lungo viaggio notturno in macchina, la partner artistica di Johnny (solo in seguito grande amore della sua vita) June Carter avrebbe visto la frase «Love is like a burning ring of fire» («l'amore è come un anello di fuoco cocente») in alcuni libri di poesia elisabettiani di suo zio. Così cominciò a lavorare con Merle Kilgore ad una canzone ispirata alla frase. La frase non fu sottolineata a caso. June infatti era consapevole ma terrorizzata dal fatto di non riuscire a soffocare questo cerchio di fuoco rappresentato dal suo nascente amore per Johnny Cash. Terrorizzata perchè entrambi erano sposati con figli e perchè la dipendenza dall'alcol e dalle droghe di Johnny stava prendendo forme davvero preoccupanti. Johnny Cash ascoltò una prima versione della canzone, disse che gli sarebbe piaciuta con una orchestra di mariachi messicani, ma diede ad Anita Carter, sorella di June 5 mesi di tempo per registrare una versione convincente della canzone, dopodichè avrebbe fatto di testa sua. Cosa che avvenne, nel '63 con un risultato straordinario:

Modificato da Fantamik il 05/01/2010 11:06:34

Autore: deduz -
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1964-You Really Got Me dei The Kinks. Semplicemente stupenda. E' una canzone considerata come antenata dello stile heavy metal;essa vanta diverse cover, di cui quella più famosa, fatta dai Van Halen.Posto prima l'originale e poi la cover datata 1978.

Autore: Fantamik -
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Firenze

Mai più in seconda pagina! Perla scritta da Lou Reed nel '72. In apparenza sembra un canto d'amore, ma come molte altre canzoni di Lou Reed nel periodo dei Velvet Underground potrebbe contenere riferimenti alla droga. Il quadro idilliaco, il giorno perfetto, bere sangria nel parco, dar da mangiare agli animali allo zoo, un cinema e poi a casa potrebbe essere prodotto dall'eroina, che, nel gergo dei Junkies ti fa dimenticare chi sei e ti fa pensare di essere una persona migliore. A questa interpretazione si è certamente collegato Danny Boyle, che ha usato questa canzone in Trainsopotting nella scena in cui il protagonista va in overdose. A prescindere dalla interpretazione, resta un capolavoro di rara lucentezza e semplicità:

Autore: bappo -
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Lamezia Terme

Hai ragionissima Mik!!! E chiedo scusa a tutti voi che postate o siete solo interessati al topic Per farmi perdonare vi dono una chicca che mi ha da sempre fatto impazzire!!! Peccato che non la hanno suonata al loro concerto che ho visto qualche anno fa Giustamente vi chiederete di chi sto parlando... Dei Deep Purple!!! Sembrerà strano ma i Deep Purple sono uno dei primi, se non il primo gruppo, di una certa popolarità ad esser stato costruito e non nato dall'incontro tra musicisti... Infatti il merito maggiore fu del manager Tony Edwards e del pubblicitario John Coletta, i quali desideravano dare una identità musicale alle generazioni di ragazzi appena usciti dal famoso '68... Fu così che contattarono Jon Lord, tastierista ed organista che nel londinese godeva di una certa fama per aver suonato con band abbastanza visibili... Da li a poco con una serie di provini tutta la band si formò e dopo un primo album di scarso successo (e che in pochi conoscono) intitolato "Shades of Deep Purple", si spararono una tournè in Danimarca e al ritorno il chitarrista Blackmore propose di cambiare il loro nome attuale, Roundabout, in Deep Purple... Dopo un secondo misconosciuto album, The Book Of Taliesyn, e un tour soddisfacente negli USA, i Deep si chiusero in studio per dare una svolta alla loro carriera e sfornando un disco che per compattezza e innovazione nel mix di generi segnò una sorta di nuova via per suonare Hard Rock!!! Infatti in questo disco le abilità e la conoscenza della musica classica da parte di Jon Lord sono molto più spiccate rispetto al passato e il chitarrista Ritchie Blackmore a fargli da degna "spalla"... Il resto è storia con l'album "Deep Purple In Rock" a renderli finalmente immensi!!! Per la musica: E per la copertina più brutta della storia della musica:

Modificato da baphomet il 12/01/2010 23:24:22

Autore: Fantamik -
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Firenze

Canzone stratosferica. Aggiungo solo che anche questa fa parte della colonna sonora di un film capolavoro: "le onde del destino" di Lars Von Treer

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