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Radio Fantaservice Classic
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Radio Fantaservice Classic

Autore: bappo -
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Lamezia Terme

E finalmente si torna nell'Italia che tanto ha dato alla Musica!!! Oggi vi propongo uno dei gruppi che più mi hanno strabiliato sin dal primo ascolto: La Locanda Delle Fate!! Nati nei primi anni dei '70 fanno il loro ingresso ufficiale nel 1977 con l'album "Forse le lucciole non si amano più" che fu accolto in maniera eccelsa dalla critica sia italiana che, soprattutto, estera... Dopo la pubblicazione del loro primo lavoro, i nostri pubblicano due singoli che però non hanno lo stesso successo e si dedicano ad una lunga carriera live all'estero soprattutto in Giappone e Korea... Nel 1999 esce il secondo disco: "Homo Homini Lupus", ottimo lavoro ma nulla a che vedere col disco d'esordio... E proprio dall'album d'esordio, vi lascio con la titletrack dell'album: "Forse Le Lucciole Non Si Amano Più"

Autore: *baphomet -
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Lamezia Terme

I Pink Floyd di sicuro non hanno bisogno di presentazioni; credo che chiunque di noi conosca almeno una delle loro canzoni, quasi certamente le più famose e sentite saranno Wish You Were Here e Another Brick In The Wall... Io però sono un cultore dei primi Pink Floyd ovvero quelli con Syd Barrett a capo delle geniali idee musicali che contraddistinguono i primi due album della band britannica: The Piper at the Gates of Dawn del 1967 e A Saucerful of Secrets del 1968... Ed è proprio Barrett che diede il nome alla band, unendo i nomi dei suoi miti in campo Blues: Pink Anderson e Floyd Council... Per scrivere tutta la storia del Fluido Rosa ci vorrebbe mezzo forum quindi non mi dilungo e vi posto due perle rispettivamente tratte dal primo e dal secondo album: Interstellar Overdrive Saucerful Of Secrets

Autore: maline -
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Fanta.Soccer
Staff Fanta.Soccer

Questo capolavoro è d'obbligo.... in onore ai due poeti della musica italiana, uno dei quali, De andrè, come riocordato in un post in off topic, avrebbe compiuto 70 anni due giorni fa. "Abbiamo scritto questa canzone, Fabrizio ed io, nel '74 o forse addirittura nel '73. Lui stava preparando il disco che poi si sarebbe chiamato Volume VIII e mi aveva proposto di lavorare insieme dopo avermi conosciuto in un locale di Roma, il Folkstudio. Passammo quasi un mese da soli nella sua bellissima casa in Gallura, davanti ad una spiaggia meravigliosa dove peraltro credo che non mettemmo mai piede: in quel periodo avevamo tutti e due delle storie sentimentali assai burrascose ed era più o meno inverno. Fabrizio beveva e fumava tantissimo e io gli stavo dietro con un certo successo. Giocavamo a scacchi, a poker in due: ogni tanto prendevo il suo motorino e me ne andavo in giro per chilometri. Al mio ritorno spesso lo trovavo appena alzato che girava per casa con la sigaretta e il bicchiere e la chitarra in mano e che aveva buttato giù degli appunti, degli accordi. Era uno strano modo di lavorare il nostro: non ci siamo mai messi seduti a dire "Adesso scriviamo questa canzone". Semplicemente integravamo e correggevamo l'uno gli appunti dell'altro, certe volte senza nemmeno parlarne, senza nemmeno incontrarci magari, perché lui dormiva di giorno e lavorava di notte e io viceversa. Le musiche ci venivano abbastanza facilmente - Fabrizio era un eccezionale musicista - e le registravamo su un piccolo registratore a pile. Così venne fuori "Canzone per l'estate". E' difficile pensare a Fabrizio come uno che non c'è più: quando se n'è andato non ci vedevamo da parecchio tempo. Credo di averlo sentito al telefono circa un anno prima che morisse ed aveva la sua solita bella voce, l'intelligenza correva sul filo. Fabrizio era un uomo generoso e bellicoso, facile da amare e difficilissimo da andarci d'accordo. Uno dei ricordi più belli che conservo di lui è quando andammo all'Idroscalo di Milano sulle montagne russe del Luna Park, insieme a Dori: scendemmo felici e ubriachi con lo stomaco in bocca e andammo a finire la serata chissà dove. Ho messo la nostra canzone in questo disco non per fargli un omaggio (Non ne ha bisogno e non so se gli piacerebbe). E' solo una buona canzone che oggi, dopo tutti questi anni, sento un po' più mia. FRANCESCO DE GREGORI

Autore: Fantamik -
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Firenze

In questi giorni per pura casualità (ascolto ad una festa) mi sono imbattuto nel ricordo di una fantastica voce, scomparsa purtroppo prematuramente: Eva Cassidy. Il destino di questa grandissima e purissima interprete è estremamente drammatico e, soprattutto infame: Eva il successo non l'ho ha mai conosciuto. Infatti muore ancora giovanissima quando fuori dal suo paese natio ( l'Australia ) si accorgono di questa fantastica voce e la propongono alla radio. Siamo in inghilterra e il successo è planetario fino ad arrivare ad hollywood dove la sua voce postuma viene utilizzata per la colonna sonora del film Love Actually. Memorabile ed indimenticata voce di una miriade di cover e rivisitazioni. La canzone che vi propongo è un classico del jazz americano ma ha radici ancora più antiche: "Autumn leaves": nasce da una canzone del poeta francese Jacques Prevert su una melodia del rumeno Jozef Kosma. La progressione armonica risale ai primordi della musica tonale ed era molto amata da Vivaldi ed i suoi contemporanei. Nel jazz conseguì lo status di uno dei più eseguiti standard di tutti i tempi, grazie alle versioni di Miles Davis, in un disco di Cannonball Adderley, ed al trio del pianista Bill Evans. Mentre il primo a cantarla nella versione americana fu Nat King Cole nella colonna sonora di un film con Joan Crawford intitolato, appunto, 'Autumn Leaves'. Buon ascolto Indimenticabili anche le sue interpretazioni di "Fields of Gold", di "Over the rainbow" e di "What a wanderfull word"

Autore: uribe -
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modena

Quando esce un capolavoro, le parole per descriverlo non servono, basta ascoltare.

Autore: uribe -
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modena

I Depeche mode sono uno dei miei gruppi preferiti. Li ho visti in concerto nel '98 e sono rimasto entusiasta, alla faccia di chi sostiene che solo in studio diano il loro meglio. La lora discografia vale tutta la pena di essere ascoltata, ma io sono legato in particolar modo ad un album: Violator, del '90, l'album che più rappresenta il passaggio del decennio e apre a nuove sonorità, senza mai perdere di vista le precedenti. Di quell'album ho scelto questa:

Autore: bappo -
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Lamezia Terme

Per prima cosa chiedo scusa a tutti voi che vi adoperate a tenere vivo l'interesse per questo fantastico topic, se ultimamente non sto dando il mio contributo... Non sto quasi per nulla a casa e mi viene difficile collegarmi quando sono fuori... Detto ciò, ora non mi resta che parlarvi degli Steppenwolf e lasciarvi alla loro musica che, anche se in molti non conosceranno, hanno realizzato una delle canzoni più famose del Rock: "Born To Be Wild", colonna sonora del mitico film "Easy Rider"!!! Chi di voi non la conosce.?.?.? Penso nessuno... Il gruppo nasce in Canada per opera dell'immigrato tedesco Jon Kay e all'inizio della carriera la band era un'accozzaglia di blues, rock e psichedelia... Ma con l'arrivo all'etichetta Dunhill il loro suono virò verso l'Hard Rock e nel 1968 pubblicarono il loro primo omonimo album... Col passare degli anni, come spesso accadde in quegli anni alla maggior parte dei gruppi, si decise di dare un'impronta totalmente politica ai testi per accaparrarsi le simpatie dei vari movimenti hippie... Curiosità: molti esperti e critici fanno risalire alla canzone che segue la nascita del termine Heavy Metal per indicizare un certo tipo di musica, non tanto per il suono quanto per i versi scritti da Kay e soci: "I like smoke and lightning Heavy metal thunder Racin' with the wind And the feelin' that I'm under" E adesso vi lascio alla Musica!!!

Autore: deduz -
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Misty Water - The Kinks, contenuta nell'album The Village Green Preservation Society

Modificato da deduz il 11/03/2010 19:47:06

Autore: Gabriele012 -
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pocholandia

Preso dalla nostalgia dei 18 anni che furono, ieri in auto ho ascoltato OK Computer dei Radiohead, in particolare soffermandomi su quella che a mio avviso è la canzone più rappresentativa del rock di fine anni '90, ovvero la stupenda PARANOID ANDROID, un capolavoro di suoni, un viaggio musicale simile ad una montagna russa, in sei minuti di puro follia musicale si passa da ritmi infernali a melodie soft e malinconie. Una composizione pazza ma maledettamente bella, a voi l'ascolto... PS su you tube andatevi a vedere il video originale...altro capolavoro!

Autore: uribe -
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modena

La seconda giovinezza di Gianna Nannini la conosciamo tutti, magari i più giovani non conscono la prima giovinezza. Dopo due album cupi, tesi, dai testi duri e femministi, esce l'album America (1979) è l'album di rock italiano femminile per eccellenza. Lei una mosca bianca nel panorama del tempo, sforna 8 tracce piene di talento e rabbia. 8 tracce rock. Fra cui la lunga e trascinante California.

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