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L'inferno delle Ardenne e un luogo verde,ombreggiato e fitto di alti alberi con una piccola stradina a schiena d'asino fatta di pietre che conoscono solo fango,pioggia e lacrime.
Le persone comuni la chiamano foresta di Aremberg ma i ciclisti,quelli che hanno i sorrisi di pietra delle classiche del nord,la chiamano semplicemente "L'Inferno".
Franco Ballerini in quell'inferno si sentiva a casa sua,unico nel suo genere.Il viso e la maglietta coperti da una striscia di fango,il volto tirato e una stanchezza titanica che gli rendeva i muscoli simili alle pietre del pavè,sino allo scatto decisivo che piegava gli avversari.
Uno scatto nell'inferno delle Ardenne,un solitario impulso di delizia lo spingeva sino al velodromo di Roubaix dove era venerato ed applaudito come se a vincere fosse stato il ragazzino del paese ,figlio di un ciclismo di 50 anni fa.
Ciao Franco,ovunque tu sia,spero ci sia una stradina di pavè orlata di grossi alberi,e con il sole che ti sbatte sulle spalle tu abbia la voglia di alzarti sui pedali e scattare.
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