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Staff Fanta.Soccer
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Nessun tentativo di sensibilizzazione ragazzi,nessun tentativo nemmeno di discutere di un argomento tanto...troppo delicato ed ampio per essere affrontato qui. La mia è solo ed esclusivamente voglia di condividere con voi un'emozione forte (non positiva) che ho provato quando mi sono ritrovata tra le mani questa lettera. Lui è Claudio, 52 anni (ma ne mostra, ovviamente, tanti di piu'). Delle volte farnetica, ma spesso è ampiamente piu' lucido di me. La sua mente gli gioca brutti scherzi ,ma è un uomo di grande grande cultura. Dedicategli 5 minuti....è lunga ma tocca il cuore.
"Il freddo stanotte non mi ha fatto dormire e, fortuna che siamo in primavera. Ho notato che in questa stagione la gente è felice. La città si fa più colorata, le donne tirano fuori i vestiti della scorsa estate, bellissime nei loro sgargianti colori. Le mamme portano a spasso i nati in inverno che iniziano a respirare l'aria di un mondo esterno che non avevano mai visto prima, protetti dal calore dei termosifoni. I ragazzi affrontano gli ultimi giorni di scuola andandoci in moto e mi sfrecciano accanto incuranti del chiasso che fanno. Non sono cattivi, sono solo ragazzi…felici.
Mentre accartoccio la mia fredda coperta una folata di vento mi porta tra i piedi un enorme foglio di plastica volato dal cassonetto vicino, che ieri non avevo notato. Lo prendo e con cura lo piego insieme alla coperta, mi servirà per coprirmi …che se piove, stanotte mi bagno.
Mi tocco la faccia e sento la barba ancora più lunga, non mi guardo allo specchio da tempo, mi manca il coraggio. Annuso le vesti, il mio corpo continua a puzzare mi devo lavare. La gente mi guarda e cambia percorso. Non sono un selvaggio e loro non sanno che un tempo sono stato uno di loro. Ognuno di noi ha una storia sul groppo..non sono un selvaggio accidenti. Ho studiato nella vita passata ed ero ammirato. Suonavo il violino, giocavo a pallone, avevo gli amici e una casa e mi laureavo.
Avevo una donna che amavo, ma lei non voleva il mio cuore. Lei uccise il mio cuore.
Osservo i passeri che ormai conoscono il mio ....puzzo e mangiano delle briciole del mio pane. Li guardo mangiare e recito dei versi di Catullo.....e piango. Non piango la mia miseria, non piango per il dolore delle mie stanche ossa no, non piango per il sangue che mi esce quando piscio e per la tosse che impietosa accompagna la mia vita. Io piango ancora, ogni giorno per lei. Ma il tempo cancella, impietoso i ricordi. Non ricordo il suo viso, il timbro della sua voce, quasi non ricordo nemmeno il suo nome chissà se lei si ricorda di me. Chissà se è felice, se ha dei figli..magari ora è anche nonna, magari ora è gia morta…ma che dico, sono proprio un imbecille. Invece di piangere come uno scemo e come tale pensare sarà meglio che mi organizzi ..che se piove mi bagno e il cielo oggi non promette nulla di bello.
La città comincia, frenetica, a risvegliarsi. I fornai, i primi a vedere i raggi del sole, cominciano a distribuire quel pane, bianco e profumato. Ogni tanto mi regalano un pezzo senza che io lo chieda. Che buono quando è caldo e come è bello osservare il vapore che sprigiona quando lo apro in due. Un pezzo per ora e uno stasera, se le cose si mettono male.
Poi arrivano i giornali in edicola, raccolgo le vecchie edizioni, le leggo e le ripongo in disparte. Mi scalderanno quando il freddo sarà ancora piu' intenso.
I lattai, sempre di fretta, completano il giro.
La città ora è sveglia e io mi devo nascondere.
Ho una grande vergogna, mi sento osservato. Da tempo non sopporto la pietà della gente. Voglio solo mangiare. Stasera mi devo ubriacare.
Se mi danno dei soldi li uso per bere. Ho voglia di volare e l'alcol me lo permette. Ho voglia di dimenticare e se mi sbronzo ci riesco.
Mi unisco a un compagno di strada. Disperato almeno quanto me e andiamo. Andiamo sotto il ponte qua vicino. Una carovana di zingari è appena arrivata. Gente strana quella. Spesso ci aiuta, altre volte ci caccia via, raramente ci picchiano. Oggi ad esempio non ci degnano nemmeno di uno sguardo, tranne i ragazzini che sorridenti ci girano intorno. Vogliono derubarci del poco che abbiamo ma, il capo della carovana gli urla contro parole incomprensibili e loro scappano mentre lui, con fare minaccioso si avvicina a noi, ci guarda e ci butta una manciata di monete e, senza dire una parola se ne va.
Comincia bene la giornata, me ne resto sotto il ponte…che se piove mi bagno.
Da quanto tempo non faccio l'amore. Da quanto tempo non faccio sesso anche con me stesso. Mi vergogno e non penso oramai da tempo a un istinto che sembra essere scomparso dal mio interiore di uomo…o di bestia.
Già, me lo chiedo spesso in questi anni. Sono diventato una bestia?
E perché lo sono diventato?
Mi vien da vomitare. Lo faccio ogni mattina e ormai so quel che mi aspetta.
Mi esce sangue dappertutto e presto me ne andrò.
Me ne andrò come un randagio, senza che nessuno mi abbia a vedere ma, prima sarò depredato del poco che mi resta e quando il mio corpo comincerà a puzzare allora qualcuno manderà i becchini che con fare schifato mi butteranno nel freddo di una lastra d' obitorio.
Mi vien da sorridere al solo pensarci.
Non mi spaventa affatto, ma non spero di morire quanto prima…
Semplicemente non me ne frega un c***o.
Ho un solo pensiero, che non piova…che se piove, mi bagno."
Claudio.
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