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IN CAMPANIA, INVECE, FINALMENTE E' ARRIVATA LA SVOLTA CALDORO!!!
Regione, Caldoro frena sulle auto blu
in Consiglio ne arrivano sette nuove
NAPOLI (20 maggio) - Tagliare, tagliare. Stipendi, benefit, auto blu e pure gli assessori. Un po’ difficile, però. A cominciare dagli assessori (Caldoro ne vuole altri due in controtendenza con il leghista Cota che ne ha tagliati altrettanto) passando per le auto. Già. Perché mentre i consiglieri, a cominciare dalla Mussolini e da Martusciello, invocavano riduzioni, nel garage del consiglio arrivavano, confermerà un autista, sette fiammanti Lancia Delta.
Parte in quarta la Mussolini. Invoca la ricetta leghista di una riduzione degli stipendi del 5 per cento. Poi va oltre e propone ai consiglieri di rinunciare alle indennità. «Si possono aiutare 1800 famiglie - dice- ed è un punto di avvicinamento tra la politica e la società». In platea sguardi distratti e pensieri altrove. Figurarsi. La Mussolini, new entry in consiglio, non sa che di devolvere indennità non se ne parla proprio.
L’ultima volta dopo il terremoto dell’Aquila: si chiedeva ai 60 consiglieri di girare 2mila euro dello stipendio. Lo fecero appena in cinque... Ma il taglio, la riduzione rimangono il cavallo di battaglia della seduta di ieri. Con la Mussolini che accusa l’ex governatore Bassolino di aver fatto richiesta per avere una stanza in consiglio (che gli sarebbe spettata, comunque, se fosse stato rieletto consigliere).
Ma non c’è nessuna domanda inoltrata anche se l’ex vicegovernatore Valiante ne approfitta per attaccarla: «Se vuole fare la moralista dica dove e se ha presentato domanda di rinuncia alle indennità di consigliere regionale, visto che prende due stipendi». In mezzo il lungo intervento del capogruppo pdl Fulvio Martusciello. Chiede «un atto di coraggio per tagliare benefit e auto blu». E cita nell’ordine Giovanni Falcone («Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola»), Herman Hesse («La maggior parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare»), Cesare Pavese («Non ci si libera di una cosa evitandola») sino a menzionare l’intervento conclusivo di Enrico Berlinguer all’assemblea degli operai milanesi del Pci del gennaio 1977: «Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana».
E provoca un brivido tra i banchi del Pd. Tutti d’accordo, tutti plaudono. Dalla maggioranza e dall’opposizione. Sarà la volta buona? Macché. Passano due ore e s’arriva al penultimo ordine del giorno: la costituzione dei gruppi consiliari. È bastato che il presidente della giunta Paolo Romano comunicasse come la commissione per il Regolamento si sia riservata di decidere, anche sulla base di un parere dell’Avvocatura (che non ne vuole sapere), sulla possibilità di costituire i gruppi dell’Udeur, del Pse e Noi Sud che hanno, rispettivamente, appena 2 consiglieri.
Dovrebbero andare tutti nel misto e non aver diritto, quindi, a indennità aggiuntive, strutture e comandati. Apriti cielo! I già autoproclamatisi capi dei minigruppi Ugo de Flaviis, Gennaro Oliviero e Sergio Nappi tuonano: «È un atto lesivo delle prerogative dei gruppi e dei consiglieri».
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