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GameMaster
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Che dire.. si fanno le leggi, si proteggono a vicenda, si eleggono inttoccabili e poi appendono nelle aule dei tribunali "la legge è uguale per tutti".........
Mi viene il vomito.....
Cosentino, negato uso intercettazioni
Ma i finiani votano sì con l'opposizione
Respinta l'autorizzazione all’uso delle intercettazini che chiamano in causa l’ex sottosegretario Cosentino: 308 i voti favorevoli, 285 i contrari. I finiani votano insieme all'opposizione. Della Vedova media: "Non è un voto contro il governo". Pdl: "La maggioranza regge, dai finiani errore politico". Cosentino: "Ora Berlusconi è più forte"
Roma - Respinta l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni a carico dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino. Sono stati 308 i voti a favore della relazione della Giunta delle Autorizzazioni per negare l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni a carico di Nicola Cosentino. I voti contrari, e quindi per la concessione delle intercettazioni, sono stati 285. Nonostante la divisione interna i finiani votano con l'opposizione. Della Vedova cerca di mediare: "Non è un voto contro il governo". Ma il Pdl accusa: "Dai finiani è stato fatto un errore politico".
Cosentino: "Ora Berlusconi è più forte" "C’è un’ampia maggioranza a sostegno del governo Berlusconi, anche senza i finiani". Cosentino trae il bilancio del voto di Montecitorio sull’utilizzo delle intercettazioni a suo carico, voto "sostanzialmente politico" da cui, secondo il coordinatore campano del Pdl, "il governo Berlusconi esce rafforzato". Cosentino fa i conti: "Fli ha detto che avrebbe votato a favore dell’uso delle intercettazioni, e contro questa scelta ci sono stati 308 voti. Se contiamo i 9 in missione e gli 11 assenti giustificati della maggioranza, arriviamo a 328 voti senza i finiani". Dunque, "c’è un’ampia maggioranza a favore del governo Berlusconi che esce rafforzato dal voto", che era "sostanzialmente politico per verificare se la maggioranza fosse ancora tale. Penso si possa essere molto contenti, è un buon risultato al di là delle previsioni".
I finiani votano con l'opposizione Riunione lampo per i deputati Fli sull’orientamento per il voto in Aula sull’uso delle intercettazioni a carico di Cosentino. La decisione, a quanto si apprende è quella di votare a favore, anche se ci sarebbero aslmeno due "malpancisti" che avrebbero sollevato pubblicamente perplessità sulla proposta avanzata dal capogruppo, Italo Bocchino. "Evidentementer ieri non parlavo a titolo personale...", ha commentato in modo asciutto Fabio Granata dopo le polemiche di ieri pomeriggio. Ma Benedetto della Vedova assicura che "il voto non è e non può essere ricondotto a un vincolo di maggioranza: non votiamo e non voteremo contro il governo". Poi avverte: "L’ostilità verso il nostro gruppo e il tentativo pasticciato quanto illusorio di costruire una maggioranza posticcia ma indipendente dai nostri voti, non è un contributo alla stabilità politica dell’esecutivo".
Pdl: "Da Fli un errore politico" "La maggioranza ha retto, anzi è andata anche al di là perchè avevamo diversi assenti. È stata la vittoria del garantismo sul giustizialismo", commenta il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, spiegando che "Fli ha fatto un errore politico". "Avevamo detto che eravamo tranquilli e sereni e il voto di oggi lo conferma - puntualizza Paolo Bonaiuti, portavoce del premier - se sommiamo quelli dei nostri che erano assenti o in missione si vede che abbiamo tranquillamente superato quota 320".
Le intercettazioni su Cosentino Come spiegato da Lo Presti, le intercettazioni riguardano conversazioni tra Cosentino e altre persone fra il 2002 e il 2004. "Si prendono dunque in considerazione elementi ormai molto risalenti nel tempo e la cui idoneità probatoria deve ritenersi in gran parte scemata - ha spiegato Lo Presti nella relazione - si tratta di conversazioni il cui contenuto non conferisce profili di novità alle risultanze dell’esame che già è stato svolto a proposito della richiesta di arresto". "La sussistenza di elementi che, giova ripetere, risalgono al più tardi al 2004, la mancanza di novità e anzi indicazioni contrarie portano a ritenere che la fragilità dell’impianto accusatorio debba essere ribadita in questa circostanza - ha concluso Lo Presti - risulta curioso che elementi, che allora non furono ritenuti idonei a consolidare sospetti a carico di Cosentino e a farlo iscrivere al registro degli indagati come prescrive l’articolo 330 del codice di procedura penale, divengano oggi addirittura fattori necessari per un rinvio a giudizio".
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