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La mia serata da brividi:
Ero allo stadio.
Il San Paolo gremito, la gente tesa, io teso e mia moglie che cercava di dare un senso alla mia tensione, che donna!
La gente sorrideva, sperava che si, quei ragazzi potevano regalare gioie.
Però intanto era nervosa, io ero nervoso, attendevamo l'inizio della gara come si attende l'aereo che ci porterà in vacanza, convinti che oltre le nuvole ci attende il divertimento.
La musica di intrattenimento aiutava a stemperare gli animi ed a riscaldare un'aria che nonostante i 21 gradi sembrava gelida.
Entrano gli inglesi, e giù fischi. In quei momenti mi domando sempre come ci si senta a sentirsi fischiati da 60mila persone.
Poi il silenzio, il boato, focalizzo. Dico a mia moglie ecco i ragazzi. Ad uno ad uno i giocatori del napoli mettono piede nel campo per il riscaldamento, che gioia vedere i propri beniami e quel Cavani, per la prima volta così vicino.
Parte la musica, De sanctis si riscalda al ritmo di we will rock u, il popolo accompagna con le mani, io mi guardo intorno con il telefono a mò di videocamera e penso, siamo pazzi, siamo proprio pazzi. Che spettacolo!
Le squadre rientrano, tra i fischi per gli ospiti e gli osanna per i nostri, mancano 15 minuti, ci siamo, manca poc, pochissimo, l'evento è a pochi metri da noi.
Lo speaker annuncia le formazioni, tra gli olè del pubblico al nome di ogni giocatore partenopeo, il rituale sembra il solito, le squadre entrano, parte l'emozione.
La musichetta dell'europa league non sarà bella come quella di champions, ma per chi aspetta da anni un ritorno in europa quella musica è una sinfonia che apre il cuore, che emoziona.
Che spettacolo la curva b tutta colorata di azzuro e blu, che spettacolo lo striscione in tribuna posillipo, che bello le stelline elettriche nei distinti e le sciarpe a mò di vessillo, tutto bello anche i soliti bracieri in curva A hanno qualcosa di affascinate questa sera.
Tra l'euforia generale, le squadre si dispongono in campo, l'arbitro fischia l'inizio, l'evento ha avuto inizio.
E qui accade qualcosa di strano, la gioia si trasforma in tensione, lo stadio è quasi ammutolito, i giocatori avvertono l'aria pesante e non brillano.
Di colpo la gioa svanisce, quasi sembra che il napoli non incontri il liverpool, ma una squadra di terza categoria, ma tosta, tremendamente tosta.
La paura si impadronisce del san paolo prima, e della squadra poi. E' finita, penso.
I limiti caratteriali di molti giocatori azzurri vengono fuori.
Con la paura non si vince, e devi essere fortunato se non perdi.
Serve un gol altrimenti non ci si libera della paura...lo pensavano tutti, lo gridavano tutti, dai ragazzi non mollate, ma in realtà già noi avevamo mollato.
Qualche sussulto, una palla che si ferma maledettamente sulla linea, una bella parata di de santis, qualche spunto, 10, 30, 45 minuti, rifiatiamo, poi 60, 80, 90, il fischio finale, la delusione.
Serviva un gol, ma quel gol non è mai arrivato.
L'evento lascia l'amaro in bocca, ci rifaremo certo, però intanto...
...vabbè vinciamo a Liverpool!
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