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ROMA - Con l'anno nuovo i tribunali e le procure di tutta Italia dovranno tirare fuori dalla soffitta i vecchi archivi cartacei e rimettere in sesto le fotocopiatrici: i servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici sono sospesi. Questo il contenuto di una circolare che il ministero della Giustizia ha inviato a presidenti di Corti di Appello e procuratori generali. E che rischia di bloccare milioni di atti giudiziari. Il motivo? Semplicissimo: i soldi non ci sono. La comunicazione, che porta la firma di Stefano Aprile, direttore generale per i sistemi informativi automatizzati di via Arenula, parla di "mancata assegnazione delle risorse finanziarie" che rende "necessario procedere alla revoca".
Un'altra tegola per la giustizia italiana, spesso accusata di essere lenta. Che ora si ritrova a dover abbandonare le tastiere e riprende in mano la penna. Nel segno della modernità. La lista di "aiuti" via computer di cui si servono i magistrati è lunga. E ormai imprescindibile. Si va dal Re. Ge, il registro penale in cui approdano tutte le notizie di reato, ai vari software per coordinare i lavori tra organi inquirenti, giudicanti e avvocati. Tutto sospeso: via Arenula non può più pagare le aziende che forniscono il servizio. L'unico modo per risolvere eventuali guasti sarà quello di chiamare un numero verde e, si legge nella circolare, "compatibilmente alle risorse umane disponibili e al livello know how posseduto sulla singola applicazione" si "provvederà a pianificare gli interventi". Niente più servizi in tempo reale, niente più tecnici in sede. Il che, secondo le toghe, vuole dire blocco.
Certo, il problema della giustizia è rappresentato dalla separazione delle carriere e dal legittimo impedimento....
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