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GameMaster
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Notizia probabilmente passata inosservata, ma lui per me è stato un grande uomo e un grande portiere, merita di essere ricordato. RIP Mancini!
Zeman ha perso il suo portiere. Franco Mancini, 43 anni, è morto ieri nella sua casa di Pescara, probabilmente per un attacco cardiaco. Al mattino era al suo posto, sul campo degli abruzzesi, come preparatore dei portieri. Il Pescara, sotto choc, non ha chiesto il rinvio della partita contro il Bari, una delle ex squadre di Mancini e oggi giocherà con il lutto al braccio. Zeman è scoppiato a piangere: il suo legame con Mancini era storico e il portiere materano doveva al maestro boemo i momenti più belli della carriera. A Foggia era lui il custode spericolato di Zemanlandia, un mondo dove il portiere saliva fino alla trequarti campo, giocava con i piedi meglio di tanti compagni, parava benissimo e si toglieva pure lo sfizio di fare un tunnel a un certo Van Basten. Mancini, nove anni a Foggia, poi a Bari, alla Lazio richiamato da Zeman, quindi al Napoli, aveva smesso nel 2008 dopo 217 partite in serie A e dal 2010 proprio a Foggia aveva ripreso la sua collaborazione con Zeman. Portiere all' avanguardia, molto solido dal punto di vista tecnico e atletico, era diventato l' Higuita di Matera per la sua capacità di giocare con i piedi e di calciare in modo preciso e potente per far ripartire l' azione. Ma la sua qualità tra i pali non era inferiore. Adorava il reggae, Mancini, soprattutto Bob Marley che lo folgorò in un concerto nel 1980: era uno dei collezionisti più forniti d' Europa e aveva anche un disco d' oro del musicista giamaicano. Suonava la batteria, a Foggia si esibiva con un gruppo nei pub, e anche in ritiro si portava spesso i tamburi. Ma Franco (il suo nome di battesimo era Francesco, dato pure al figlio) aveva fatto scoprire a Zeman, oltre al reggae, anche il culto di Padre Pio: il Foggia dei miracoli ogni anno andava in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e nel 1997 il portiere tonificò la sua devozione con 15 chilometri a piedi verso il santuario. Ora il cammino si è interrotto. E Zeman, all' attacco da una vita, per una volta deve guardarsi indietro: in porta c' è un vuoto impossibile da riempire.
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