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Serie A

Riforma dei campionati, Petrucci cauto


Riforma dei campionati Petrucci cauto



"Sono molto cauto di fronte all’ipotesi di una riforma dei campionati. Se ci sarà, dovrà essere condivisa tra tutte le parti in causa. Nessuna guerra, nessuna imposizione". A parlare è Gianni Petrucci, presidente della FIP – Federazione Italiana Pallacanestro – intervenuto ai microfoni della trasmissione radiofonica Basket on Air. Questo il contenuto completo dell’intervento del numero uno della Federbasket:
 
Negli ultimi giorni la Federazione ha raggiunto un’intesa di massima con la Legabasket sul futuro del basket italiano. Di che cosa si tratta?
 
“L’intesa è una convenzione che era ferma da due anni e oggi è stata rinnovata grazie al buon senso di FIP e Lega. L’intesa riguarda il riconoscimento dei diritti radio-televisivi, un concetto che abbiamo rafforzato perché lo inseriremo nello statuto della Federazione. In pratica, le società avranno il diritto di riscuotere i diritti di trasmissioni radio e tv”.
 
Si parla tanto di riforme e tante sono le ipotesi che sono in campo: blocco delle retrocessioni, aumento delle squadre di serie A, obbligo per i club di sviluppare i settori giovanili, finestre di mercato. A chi spetta fare una sintesi di tutte queste posizioni?
 
“Laddove si facesse una riforma dei campionati, la sintesi spetterebbe alla Federazione. Le Leghe hanno interessi diversi e chiedono cose diverse. È pur vero che da quando sono nel basket, anche prima di diventare presidente del CONI, ogni anno il basket chiede riforme. E in quest’aria di riformismo perenne ognuno tra l’altro è convinto di avere la ricetta giusta: aumento delle retrocessioni, blocco delle retrocessioni, ecc. Io sono molto cauto: oggi il campionato di serie A funziona, i palazzetti sono pieni. È chiaro che dove si manifestassero delle proposte innovative se ne potrebbe parlare, purché siano anticipate di tre anni: in pratica, laddove si facesse una riforma, entrerebbe in vigore due anni dopo”.
 
Sul numero dei visti da dare agli extracomunitari invece la posizione della FIP è chiara..
 
“Sui comunitari non possiamo fare niente, però è sotto gli occhi di tutti che, levata Reggio Emilia e qualche altra eccezione, a giocare in serie A sono tutti stranieri. Non è che se lo inventa Petrrucci, è un dato di fatto. Siccome non possiamo fare alcun intervento sui comunitari, studieremo la possibilità di diminuire il numero di extracomunitari nei roster. Sia chiaro che si tratta di una riforma che verrà fatta solo d’accordo con i presidenti delle società, non una guerra, non un’imposizione, perché con le imposizioni non si arriva da nessuna parte”.
 
Dati alla mano, Reggio Emilia è il club che fa giocare di più gli italiani. Il suo proprietario, Stefano Landi, continua a ripetere che la cosa giusta da fare sarebbe liberalizzare il mercato. Che cosa ne pensa?
 
“Sono tutte discussioni che si devono fare, è evidente che le posizioni assunte in passato non hanno funzionato. Bisogna valutare pro e contro. Ad esempio io non sono mai stato favorevole a togliere il professionismo nel secondo campionato di basket: il fatto che alcune società siano fallite dipende anche dal fatto che non ci sono più i controlli garantiti in un campionato professionistico. Chiaro che le eccezioni possono accadere, basta vedere che cosa è successo nel calcio con il caso del Parma. Aprire tutto? Non so se conviene: sono bei discorsi, ma bisogna vedere anche che cosa fanno i nostri vicini. Francia e Spagna, che hanno due campionati molto forti, ad esempio hanno delle precise limitazioni sugli extracomunitari”.
 
È preoccupato dal fatto che le migliori squadre italiane come Milano e Sassari hanno fatto e fanno grande fatica in Europa?
 
“Sono dispiaciuto, non preoccupato. Ci sono annate particolari, così come nel calcio: l’Europa League fino a ieri non valeva niente, oggi che le squadre italiane fanno strada si torna a dire che è una competizione importante. Battute a parte, fare un campionato europeo di club con squadre che investono il doppio delle italiane è difficile. Ogni annata, però, è particolare: lo scorso anno Milano non è riuscita ad accedere alla Final Four per un mero caso”.
 
Europei under 19 a Lignano Sabbiadoro, Mondiale under 20, Europeo femminile ed Eurobasket: quanto è importante che le Nazionali azzurre facciano bene la prossima estate?
 
“Per il movimento è importante solo se vince la Nazionale. Tutti i club possono essere importanti, come ad esempio lo è stata Reggio Emilia, unica a vincere una coppa europea, però l’immagine in Italia, in Europa o nel mondo di una vittoria continentale o mondiale ti dà una dimensione diversa, anche per i giocatori. Tutti dicono che saremo forti, io me lo auguro: se tutti i migliori saranno presenti non saremo inferiori alle altre Nazioni. Io ci spero, sarà difficile ma – come dico sempre – sarà difficile anche per le altre Nazionali”.
 
Le gare della Nazionali saranno trasmesse sugli schermi di Sky grazie alla cosiddetta ‘Tv del basket’..
 
“Sta avendo un ottimo successo, sono contenti i dirigenti, i giocatori. Tre patite a settimana, anche con il campionato femminile, e poi una rubrica giornaliera a partire da aprile. Io non devo fare pubblicità a Sky, ma è evidente che ha degli ottimi professionisti e garantisce un’ottima visione, in HD. Ci sarà un motivo per cui anche il calcio viene visto sugli schermi di Sky, no?”
 
In collaborazione con sportxpress.it

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